Il telefono turchese

Oggi voglio raccontare una storia, un racconto che parla di amore, di voci e della magia di un vecchio telefono turchese.

La storia inizia nei primi anni 70, quando sono ancora una bambina e vivo con i miei genitori in un appartamento al terzo piano di un palazzo di Ostia. 

Stiamo bene, loro non si sono ancora separati ed io credo che noi tre e la gatta siamo davvero una famiglia felice.

Proprio sul comodino della mamma, accanto alla radiosveglia rossa e al bicchiere d’acqua per la notte, c’è il mio primo ricordo di lui: il telefono turchese.

Si tratta di un apparecchio vecchio tipo, di quelli che devi alzare la grossa cornetta e girare con l’indice la ruota dei numeri da 0 a 9.

Quando i miei si separano, il telefono mi segue ovunque e per un bel po’ continua a fare il suo mestiere. 

Poi gli anni passano, la tecnologia avanza, i senza fili conquistano il mondo e il telefono turchese diventa un gioco che i miei bimbi si divertono a sezionare e torturare, per finire abbandonato in giardino in attesa di terminare il suo viaggio in discarica. 

Eppure… non riesco a separarmi da lui. 

Oggi il vecchio telefono staziona sereno fra le piante accanto al tavolo dove scrivo, malgrado la ruggine e gli acciacchi continua ad salvarsi da tutti i ripulisti che si sono abbattuti attorno a lui negli anni.

Non riesco proprio a gettarlo via come fosse una cosa qualunque!

Quando alzo la cornetta, so che non ha senso, ma penso che lì dentro ci ha parlato mio papà, che è morto da anni. 

Ci ha chiacchierato mia mamma, quando era giovane e bellissima  nel periodo più scintillante della sua vita. 

Chissà quanti segreti ha affidato al quel telefono, chissà quante lacrime ha versato stringendo la cornetta celeste. 

Ci ho parlato dentro anche io.

È l’unico telefono che ha ascoltato la mia voce bambina.

L’apparecchio che ha sentito pronunciare più “Quando torni” e “Che hai mangiato” e “Ti voglio bene” di tutta la mia giovane vita.

Da quel filo sono filtrate le prime emozioni, le grandi, piccole, belle e brutte notizie e anche le prime docce gelate. 

Come quando chiamai mia nonna in Toscana.

- Nonna… Ho fatto l’amore! -

- Brava! - mi disse lei. La sua voce era allegra, la sua reazione priva di imbarazzo, come se le stessi raccontando di una torta venuta bene. 

E il telefono turchese lì, a far da tramite a quel legame invisibile.

Come buttare via un oggetto simile?

In Giappone c’è un luogo magico, a Otsuchi, una delle zone più colpite dallo tsunami del 2011. 

È un meraviglioso giardino in mezzo al quale è stata posizionata una cabina telefonica.

La cosa curiosa è che il telefono non è collegato ad alcuna linea: le persone si recano a migliaia in questo luogo in pellegrinaggio da tutto il Giappone; fanno chilometri e chilometri  per arrivare al telefono, sollevare la cornetta e parlare con i propri defunti, affidando le proprie parole al vento. 

Dopo aver letto di questo posto e aver divorato un libro * che narra una storia stupenda ambientata proprio lì, ho capito la vera ragione per cui non mi sono mai allontanata dal telefono turchese: la magia che c’è dentro.

Sapendo che non sono sola a pensarla così, oggi ho un motivo in più per accarezzarlo con lo sguardo e ogni tanto alzare la cornetta per far girare a vuoto la ruota dei numeri, restituendo vita a tutti i  ricordi che abbiamo affidato al tempo.

0….5….7….3….2….4…. (…)

“Pronto, Nonna… Ho scritto una storia… Si… Ovvio… Certo che ci sei anche tu!”

 

* il luogo che cito nel racconto è Kujira-yama, la Montagna della Balena, il giardino si chiama Bell Gardia. Il romanzo si chiama “Quel che affidiamo al vento”, di Laura Imai Messina... consigliatissimo!)

Salva
Cookie: preferenze utente
Utilizziamo i cookie per assicurarti la migliore esperienza sul nostro sito web. Se rifiuti di utilizzare i cookie, questo sito Web potrebbe non funzionare come previsto.
Accetta tutti
Rifiuta tutti
Leggi tutto
Analytics
Tools used to analyze the data to measure the effectiveness of a website and to understand how it works.
Google Analytics
Accetta
Rifiuta
Finzionali
Cookie di Sessione del Sito Web
Accetta
Rifiuta