Che legame esiste fra empatia e felicità? E quale relazione c'è fra psicologia, natura e botti di Capodanno? Può sembrare un'associazione bizzarra ma la nostra felicità è il frutto di tante scelte, molte delle quali non sembrano neanche così strettamente connesse al modo in cui ci sentiamo e all'atteggiamento con il quale affrontiamo la vita. Tra i tanti fattori che possono avere un peso sul nostro livello di felicità è il modo in cui ci poniamo in relazione con la natura... ed è questo il tema di questo nuovo articolo.
Il legame fra Natura e Felicità: l’importanza dell'Empatia
Gli esseri umani nascono con un profondo legame che li unisce alle altre creature della Terra.
Molti di noi sentono ancora nel profondo questa interdipendenza tra se stessi ed ogni minuscolo ingranaggio che costituisce la catena degli esseri viventi, altri se ne sono un via via dimenticati.
Lo scienziato Edward O. Wilson chiama biofilia la forte spinta a metterci in connessione con gli altri esser viventi. La biofilia è “l’innata tendenza a concentrare la nostra attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e ad affiliarvisi emotivamente”.
Crescendo, spesso perdiamo questa preziosa connessione perché veniamo educati e spinti dagli adulti di riferimento verso altre mete.
Siamo portati a trarre profitto da tutto e a sfruttare ogni risorsa del pianeta senza curarci degli effetti che questo comportamento ha sugli altri esseri umani, sugli animali o sull’ambiente. Tagliamo la connessione che ci lega alla natura per inseguire il denaro.
Impariamo a correre, ad essere sotto pressione, a non curarci di ciò ce ci accade intorno poiché la nostra mente deve essere sempre impegnata in qualche previsione o impantanata in qualche preoccupazione.
Malgrado tutte le comodità e la ricchezza acquisita nella società di adesso, siamo evidentemente molto stressati e in costante cerca di cure che allevino le nostre ansie e le nostre paure. Uno dei nostri problemi principali è che nella nostra educazione si da un gran peso a nutrire il pensiero e ad allenare il fisico, ma molta meno attenzione viene data all'allenamento dell'intelligenza emotiva, così importante per avere buone relazioni e per raggiungere un buon livello di felicità.
Molti studi di Psicologia Positiva dimostrano che l’empatia è una qualità importante per mantenere un buon livello di salute mentale: se siamo empatici avremo dei buoni legami, grazie ai buoni legami avremo tanto sostegno e con molto sostegno avremo una migliore qualità di vita rispetto a chi vive isolato.
Allenare l'empatia non vuol dire solo aprire il cuore e mettersi in connessione con altri esseri umani, significa iniziare a percepire il dolore di altri esseri viventi che soffrono a causa delle nostre errate abitudini.
Questo articolo parla di empatia e forse ti starai magari chiedendo cosa c'entrino i botti di Capodanno.
Vengo subito al punto.
Sono rimasta molto colpita dal fatto che un decreto che vieta l'esplosione dei fuochi d'artificio, a Roma e in altre città e comuni, sia stato ignorato da tantissime persone e la mia paura è che questo accada anche stanotte.
Se un Sindaco arriva ad emettere un decreto vuol dire che ci sono motivi seri che hanno portato a fare questa scelta: animali che muoiono di paura e corse forsennate al pronto soccorso di adulti e bambini che rimangono feriti dall'uso di materiale pericoloso.
Eppure, fatta la legge trovato l'inganno. Ci sono le multe (500 euro) ma... "Tanto chi controlla?".
La sofferenza che ho provato nel vedere le foto degli animali spaventati e morti mi ha spinto a scrivere queste riflessioni.
Sono fermamente convinta che quando accadono delle infrazioni è perché manca un pezzettino importante nella nostra consapevolezza. Ignorare informazioni e non ascoltare le nostre emozioni porta l'essere umano a "fare come si è sempre fatto".
Aprire la mente a nuovi dati e coltivare nuove idee porta luce sulle debolezze del nostro comportamento, ci spinge a riflettere e può condurci verso nuovi comportamenti.
Ecco il perché di questo articolo po' anomalo... troverai errori e forse passaggi un po' bruschi. Non ho tempo per rileggerlo e correggerlo a dovere. È più importante il fatto che esca, così com'è... e che raggiunga anche una sola persona indecisa se accendere o no! : )
Roma 31 Dicembre
Lo scorso anno il 31 Dicembre ero sveglia quando è scattata la mezzanotte.
Non sempre aspetto alzata quello che per molti è un magico momento, mi ha sempre fatto tristezza il conto alla rovescia e con il tempo ho imparato a rispettare questa mia sensazione e a trattare l’ultimo dell’anno come una normalissima serata in famiglia.
Del resto, i cambiamenti veri nella mia vita non sono mai accaduti con l’arrivo di un giorno specifico, né attraverso la messa in atto di riti o formule magiche. Le trasformazioni serie le ho sempre modellate giorno per giorno, mettendoci passione, costanza, tigna e anche un pizzico di realismo.
“Ma la fine del 2020 merita una carezza in più e tanta compassione!” mi son detta, guardando fuori dalla finestra e chiacchierando del più e del meno con mio figlio.
Tempo di fare questo pensiero e sono cominciati i classici botti.
In realtà non mi aspettavo di sentirli, visto che esisteva un’ordinanza a Roma che vietava l’esplosione di qualsiasi tipo di fuoco o petardo.
In un attimo, però, un denso fumo si è alzato dalla strada e una piccola scia di fuochi ha iniziato a raggiungere i cespugli sotto alle mie finestre per poi esplodere nell’aria. Dentro di me pensavo alla vita di tutte le piccole creature che abitano le piante e gli alberi del mio amato “pratone”, esistenze improvvisamente sconvolte da questi forti rumori.
Ho pensato ai miei conigli, spaventati dai rumori anomali e mi son venuti in mente tutti i racconti che ho sentito sui terribili momenti che passano i cani durante la notte di Capodanno. Sappiamo tutti che questa notte è un momento difficile per i nostri amici animali.
Ho chiuso gli occhi e ho aperto il cuore pensando a queste creature viventi, piante comprese, che si trovavano a ricevere delle ferite immotivate e gratuite. Sono andata a letto con un velo di tristezza nel cuore.
Un tappeto di corpi senza vita
Le foto che ho visto il giorno dopo sui social sono state uno spettacolo ancora più triste. Un tappeto di uccellini morti sulle strade mi ha letteralmente ghiacciato il cuore.
Il presidente della Commissione Ambientale Daniele Diaco ha constatato che nella capitale l’ordinanza non era stata rispettata e centinaia di storni sono morti di paura in seguito alle detonazioni.
Eppure è stato detto in lungo e largo: i petardi creano inquinamento ambientale e provocano un serio shock a tutti gli animali, anche quelli che amiamo e che teniamo in casa.
Non sono rari i casi di cani, gatti e conigli che muoiono di infarto o si provocano ferite a causa del terrore per il rumore che, ricordiamo, in molti animali arriva in modo amplificato e viene percepito come una vera minaccia di morte.
Queste informazioni, unite al picco di richieste di pronto soccorso da parte dei cittadini a causa dei numerosi infortuni causati dai petardi, hanno portato i Sindaci di molte città a vietare con un’ordinanza questa attività.
La legge, il cittadino e la regola del chissenefotte
Molte persone, dunque, hanno pensato di ignorare la legge. Del resto, dopo un anno così duro, vogliamo toglierci pure i petardi?
Di fronte a questo fatto sento tante emozioni scomode e contrastanti.
Da cittadina provo rabbia, perché questa “piccola” infrazione, questa rottura di una regola che molti riterrebbero lieve o addirittura goliardica, a me ricorda che ormai viviamo in una società dove spesso vige solo la legge del più forte o del più furbetto.
Da essere umano provo tristezza. Amiamo pensare di essere la razza superiore a tutti gli altri animali per intelligenza e sapiente uso degli strumenti. E lo siamo pure, ma non sempre.
Da mamma mi sento impotente. È davvero questo l’esempio che vogliamo dare ai nostri figli? È questo il mondo che vogliamo consegnare loro?
Da esperta del comportamento umano non posso non provare curiosità e farmi un mucchio di domande.
Cattiveria o inconsapevolezza? L’importanza di non girare lo sguardo
Sono profondamente convinta che l’uomo non sia insensibile o, peggio, cattivo.
Siamo gli stessi che gioivano per la vista dei delfini a Venezia, gli stessi che si scambiavano video sugli animali selvatici che tornavano a riappropriarsi dei loro territori in assenza dell’uomo, gli stessi che piangevano davanti ai koala salvati dal fuoco in Australia.
Eppure, non basteranno le foto degli storni morti sparsi come cartacce per strada a far rinunciare a du’ miccette e tre petardi anche stasera.
Oppure si?
Quante azioni compiamo perché non ci sono chiare le conseguenze?
Forse il comportamento di molte persone è solo frutto dell’inconsapevolezza. Forse un certo tipo di informazione non è arrivata a tutti, magari anche le foto non sono circolate poi così tanto.
Forse si è parlato poco degli effetti collaterali di una pratica considerata solo divertente e occorre sensibilizzare un po’ di più l’opinione pubblica, scrivere più articoli a riguardo, parlarne a scuola, in famiglia, in Chiesa, al tempio, in piazza, in palestra, al bar e in ogni logo dove ci sia un adulto che si prende la briga di insegnare qualcosa sul mondo ad un bambino.
Mi correggo.
In ogni luogo dove ci sia un bambino che si prende la briga di insegnare qualcosa sul mondo a noi adulti.
Sono convinta, infatti, che se facessimo vedere ad un bimbo un uccellino morto a causa di un botto, mai e poi mai vorrebbe spararne di nuovi, fosse anche il gioco più divertente del pianeta.
La forza della conoscenza, il potere dei piccoli passi e sapere che ha un senso: ecco come cambiare e perché
Cambiare non è facile e richiede uno sforzo notevole. Dobbiamo partire dalle piccole cose, quelle che alle quali non ci costa molto rinunciare, per poi via via arrivare a fare cambiamenti più seri.
Per avviare il cambiamento c'è bisogno però di un ingrediente importantissimo: dobbiamo capire il vantaggio che avremo cambiando, il senso del nostro sforzo nel rinunciare a qualcosa che ci da piacere.
Perché rinunciare ai botti? Cosa me ne viene in tasca? Come può una rinuncia di questo tipo influire sulla mia crescita personale e sul mio livello di felicità?
Possiamo iniziare ponendoci queste domande e poi proseguire con domande più approfondite.
Se resto sordi al grido di aiuto che manda un animale indifeso, se scelgo di divertirmi sulle spalle di creature senza voce, come saprò cogliere la sofferenza interiore del mio compagno o la solitudine del mio vicino di casa?
Se non alleno il mio pensiero a cogliere le conseguenze delle mie azioni, anche le più piccole, come potrò vivere con consapevolezza le scelte più importanti della mia vita?
Se non mi rendo responsabile delle mie scelte, se non accarezzo i miei valori, come potrò assaporare il gusto di dare la giusta direzione alla mia vita?
A volte pensare di non poter far nulla per cambiare le storture del mondo ci fa sentire impotenti e l'impotenza rischia di farci diventare insensibili a tutto.
Interrogarsi, mantenersi fiduciosi e saper operare nel rispetto dei nostri valori all'interno del nostro raggio di azione è invece fondamentale per il nostro equilibrio e per la nostra felicità.
In vista del prossimo capodanno, matrimonio, compleanno… proviamo a leggere in silenzio queste parole e a pensare a dei modi alternativi per rendere scoppiettante il nostro tempo, senza fare rumore, senza lanciare plastica in cielo o in mare, senza nuocere agli animali, alla natura e soprattuttonutrendo il nostro livello di biofilia ;) così connesso alla nostra felicità.
"Riguardo gli animali selvatici, in particolar modo per l’avifauna che spesso non viene considerata, lo scoppio dei fuochi artificiali in piena notte provoca danni inimmaginabili; nell’avifauna selvatica un botto causa uno spavento tale che può provocare la morte per infarto o li induce a fuggire dai dormitori costituiti da alberi e siepi (da qui l’importanza del verde urbano e di non capitozzare drasticamente le chiome degli alberi), e a volare al buio alla cieca anche per chilometri, andando a morire addosso a qualche muro o cavo elettrico; quelli che riescono ad atterrare o a posarsi su un manufatto, spesso muoiono investiti dalle automobili o assiderati a causa delle rigide temperature invernali ed alla mancanza di un riparo. Gli uccelli recuperati ancora vivi che vengono di solito portati ai Centri di recupero fauna selvatica , incrementano i costi per le cure e gli orari di lavoro ai danni dei volontari, cosa che può benissimo essere evitata con il divieto dell’uso di tali fuochi”.
La Lipu (Lega italiana protezione uccelli)
Buon anno e grazie a te, che mi hai letto fin qui ❤️